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HARBOR HOTTIEBeh! Dai! Lo dice anche il proverbio: "Marinai donne e guai"

Certamente non stiamo a descrivere storielle di donne in questo sito, se non in qualche caso in forma velatamente anonima. Però di guai o simili, quelli si.

Gli aneddoti fanno parte della nostra vita.

Molti di noi sono nonni, e sicuramente nel tempo troveranno la voglia e l'ardire di raccontare ai nipotini, gli aneddoti appunto, succeduti nel corso della loro vita.

Nel nostro caso naturalmente, parliamo e raccontiamo storie vissute in prima persona, che anche se non ci hanno coinvolto personalmente, sicuramente sono talmente divertenti che vale la pena metterle per iscritto.

Eccone un sunto abbastanza congruo. Ma ci ripromettiamo di inserirne altre mano a mano che i nostri rincoglionimenti senili ce li riporteranno alla mente.

                                                                                            knots luxury blu ridotto

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Origini del cordoncino e del solino del marinaio

Le origini del solino del marinaio

Solino

 

Deriva da dei lenzuolini e/o bandane che i marinai posizionavano sulle spalle per far si che i capelli lunghi sporchi di salmastro e l'unto non macchiasse e rovinasse l'uniforme. Le due bande bianche che corrono lungo il bordo in origine servivano a riconoscere il marinaio imbarcato (due righe) dal marinaio a terra che ne aveva una sola, stesso discorso valeva per i polsini.

La divisa del marinaio, fazzoletto nero e cordone

 

Cordoncino

 

Il cordino o "Iuto di Nazario Sauro" è un residuato del cordino dove era legato il coltello. Il marinaio dell'epoca velica aveva bisogno di tenere sempre a portata di mano un coltello per tagliare vele, sartie, cime in qualsiasi momento, e per evitare di perderlo e per tenerlo sempre a portata di mano in sicurezza e lasciando gli arti liberi, lo tenevano legato ad una corda assicurata alla cintura o portata a tracolla. Finito il tempo della marina velica è rimasto l'uso del cordino.

FONTE: Marinai d'Italia - Facebook

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"Un cordiale per favore"

Dal web un "chicca" sul Cordiale che tanto ci ha accompagnato in quegli anni ...

Cordiale

Cioccolato

“Un cordiale, per favore”
Sarebbe l’essenza di lampone a dare al liquore il nome di Cordiale. Un’essenza di erbe dalla gradazione alcolica vicina ai 40°. E che ha origine francese, anche se in Italia è diffuso da oltre mezzo secolo.
E’ stato il simbolo dell’Italia del boom, pur diffuso nei caffè prima della Seconda Guerra Mondiale. Un liquore da bere con gli amici, magari la domenica dopo la messa, in epoche in cui cocktail e amari erano sì noti ai barman di mezzo mondo, ma non così diffusi.
Nei bistrot, infatti, si entrava in occasioni particolari considerando che i costi delle bevande e lo stile di vita dell’italiano medio degli Anni ’30, ’40, ’50 era diametralmente opposto a quello odierno.
Differente storia nei bar di paese o in quelli di quartiere. Listini più cheap e il cordiale come bevanda popolare. Da accompagnare ad una conversazione o per scaldarsi in inverno.
E “scaldava” il cordiale, non solo gli avventori dei bar. Per decenni bottiglie mignon e bustine hanno infatti accompagnato le guardie dei militari di leva. Era distribuito in caserma o nelle razioni da combattimento.
Ad appena 15 anni dalla fine della leva il mondo sembra già cambiato d’un secolo. E non solo è difficile trovare un cordiale in un bar, ma tanti simbolo dell’Italia di un tempo sono scomparsi.
Sebbene non più fruibile ovunque la tradizione del cordiale continua grazie anche all’Istituto Farmaceutico Militare di Firenze che continua a produrre la versione icona del servizio militare obbligatorio.
Questo, insieme alla cioccolata militare: fino a qualche anno fa ricordo, esclusivo, di chi ha prestato servizio di leva ora è un prodotto facilmente acquistabile. In pacchetto vintage, come era una volta.

FONTE: Patrizia Benelli "Gruppo come eravamo"

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