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HARBOR HOTTIEBeh! Dai! Lo dice anche il proverbio: "Marinai donne e guai"

Certamente non stiamo a descrivere storielle di donne in questo sito, se non in qualche caso in forma velatamente anonima. Però di guai o simili, quelli si.

Gli aneddoti fanno parte della nostra vita.

Molti di noi sono nonni, e sicuramente nel tempo troveranno la voglia e l'ardire di raccontare ai nipotini, gli aneddoti appunto, succeduti nel corso della loro vita.

Nel nostro caso naturalmente, parliamo e raccontiamo storie vissute in prima persona, che anche se non ci hanno coinvolto personalmente, sicuramente sono talmente divertenti che vale la pena metterle per iscritto.

Eccone un sunto abbastanza congruo. Ma ci ripromettiamo di inserirne altre mano a mano che i nostri rincoglionimenti senili ce li riporteranno alla mente.

                                                                                            knots luxury blu ridotto

timone                                     

 

E la nave rolla

Il buio della notte copre tutto come una coltre di panno nero che nulla fa trapelare dalla sua trama. Ma al mio occhio attento non sfuggono i segnali di vita che salgono impercettibili fino ai miei sensi. La luce di prora sembra si faccia strada perforando il muro nero davanti, dando un segnale di presenza umana dalla quale io mi escludo sentendomi parte integrante del tutto. Il fosforo disciolto nell'acqua, smosso dall'incedere, lampeggia un istante e ritorna negli abissi nei quali vorrei immergermi, per sentirmi appagato, per gioire della mia esistenza. Il vento fresco di questa notte primaverile mi accarezza il viso e se non fosse per il giubbotto di navigazione probabilmente soffrirei il freddo, ma stringendomi le spalle faccio aderire il tessuto al corpo tanto da impedire ogni contaminazione. Alzo il capo al cielo ad osservare le stelle, poche ma luminose, splendidi occhieggianti punti che guardo stringendo gli occhi, rendendoli piccole pagliuzze d'oro rese ondeggianti dal movimento lievemente marcato della nave attorno al proprio asse. Rumori soffusi, ovattati oppure nascosti dal lieve sibilo del vento che mi si amplifica nelle orecchie, ma di cui sento la mancanza appena un refolo ne cambia direzione, mi accompagnano in qualunque gesto io faccia. Il cielo terso, pulito da questa brezza che risveglia in me la gioia sopita dall'inverno è un invito a meditare su tutto ciò che mi circonda.
Nonostante la notte, ormai abituatomi alle tenebre, riesco a distinguere distintamente il nero e il più nero, e il fissare innanzi a me una parete scura, che sembra in continuo movimento, mi ipnotizza fino alla chiusura quasi totale degli occhi.
Il sonno mi potrebbe assalire, ma non sia mai che sfugga questi meravigliosi momenti, di pace interiore di movimentata solitudine.
Socchiudo gli occhi e il mio corpo ondeggia lentamente, penso alla bellezza degli istanti che vivo e se non fosse per questa lieve danza nel fresco serale vorrei essere in branda, continuare ad ondeggiare fino alla vittoria del sonno sulla veglia; addormentarmi pensando a Gabriella con un sorriso.
E la nave rolla.

Dario viso Dario Bilotti

timone

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La notte

Il sole scende oltre l'orizzonte mentre ci lasciamo la Palmaria alle nostre spalle puntando verso la costa toscana. Quando monto di guardia, dopo il primo grado d'approntamento, ormai il sole è scomparso e non rimane altro che qualche riflesso rossastro sul calmo mare. Questo Marzo, fresco di notte e tiepido di giorno è il mese da me preferito; se poi il mondo sotto di noi è calmo "è bello navigar su questo mare".
La calotta non più celeste ma nera come la pece, ormai si è estesa su noi, alzo lo sguardo per scrutare il cielo e gioire, emozionandomi, guardando le stelle. Puntini bianchi fanno capolino tra nuvole che stranamente, pur essendo immerse nel buio, sembra brillino di luce propria emanando una luce grigio-chiara. La cosa mi stupisce non poco perché mi domando, visto che non c'è neppure la luna, da dove traggano questo chiarore. Vedo distintamente il Piccolo Carro, l'Orsa Maggiore e una infinità di astri di cui non conosco il nome, più a sud Sirio che sembra, per la sua intensità, debba rappresentare la stella di questo meraviglioso spettacolo.
Il lento rollio e il soffuso rumore dei motori, lento e monotono quindi inascoltato, mi cantano quasi la ninna nanna, ma l'attenzione a ciò che mi circonda mi tiene più che desto. A poppa, ma solo in lontananza in quanto nascosta dalla tuga, fa bella mostra di se una scia chiara che compie un semicerchio perfetto a denotare la lenta virata. Il leggero sciabordio con la conseguente schiuma creata colora con una striscia fosforescente il sottobordo. Onde leggere, quasi invisibili per la poca luce di cui si appropriano, si allargano formando un cuneo in perenne movimento.
Ritorno con il naso per aria a contemplare la splendida volta che si è arricchita di nuovi gioielli, ora sembra quasi che il buio scompaia, soppiantato da un tappeto composto da milioni di punti luminosi. E piango. Due lacrime mi solcano le guance, la gola mi si stringe quasi ad a farmi esplodere in un pianto dirotto.
Mi chiudo fin sul collo il giubbotto di navigazione e rimango estasiato con il naso all'insù e con gli occhi umidi.. Un dolore al collo mi fa desistere dal continuare. Ora, quasi di fronte, una nuova e lunga sequela di luci basse sull'orizzonte forma una linea ininterrotta, la costa fa luminosa e bella mostra di se. Guardo con il cannocchiale verso la costa ma la distanza è notevole e mi posso permettere solo l'ingrandimento delle luci. Penso a quanti, laggiù sulla terra ferma, vivono la loro vita ignari che qualcuno sta impegnando la propria esistenza per garantire loro una qualsiasi forma di tranquillità. Alcuni potranno anche criticare scelte di vita, non condividere affatto una vita dedicata ad una qualsiasi forza armata.....ma noi siamo qui, fedeli cani da guardia, a cui il solo pensiero di essere nel giusto può bastare per sentirsi appagati.
"Benedici ,o Signore, le nostre case lontane, le care genti; benedici nella cadente notte il riposo del Popolo; benedici noi, che per esso, vegliamo in armi sul mare."
Antonio Fogazzaro quando scrisse la Preghiera del Marinaio probabilmente provò ciò che provo io adesso.

Dario viso Dario Bilotti

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