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Giuramento 2019

Cronistoria di una veloce ma intensa trasferta in quel di Mariscuola

TortaMentre Lucio era in giro e come compito doveva passare alla stazione dei pullman a caricare Michele alle 19.00 noi avremmo dovuto passare a caricare Aldo. Nell'attesa di riunire il gruppo ci siamo continuamente aggiornati telefonicamente. Abbiamo anche ricevuto una telefonata da Moreno riguardante il messaggio ricevuto dal Comandante Pucci nella quale si evince l'attenzione del Comando di Mariscuola nei nostri confronti. Cosa che si prospettava molto interessante.
Come da tradizione gli orari non sono stati rispettati e il povero Aldo è stato costretto ad attenderci bighellonando per Taranto, tant'è vero che Michele prospettava una sua lenta cottura. Prima di giungere a Bari in effetti la temperatura esterna era di 36 gradi, ma in quel di Taranto era arrivata addirittura a 43. Giunti alla stazione pensavamo di trovare una macchia da scioglimento di liquidi organici da corpo umano, invece Aldo seppur accaldato era vivo. Dopo baci e abbracci ci siamo diretti alla Masseria ad attendere Lucio e Michele per cenare. Serata passata a chiacchierare fino alle 23.00 per poi dirigerci nelle nostre stanze, stanchi e leggermente lessi.
E l'indomani la giornata si è presentata bella, pregna di soddisfazioni per la crescente importanza della nostra iniziativa. Giunti a Mariscuola dopo Paolo che arrivava da Gallipoli e che era già entrato abbiamo percepito che ormai ci conoscono. Parcheggiate le auto e preso posto sotto il gazebo a noi riservato e accomodatici sulle scomode panchine di ferro ( pretendere un'imbottitura sarebbe stato esagerato) è venuto a salutarci il premiato. Simpaticissimo e sorridente, in anteprima ci ha mostrato la sciabola con il nostro logo che si è fatto incidere sulla lama. Gran bel gesto, potrebbe rappresentare un cimelio da tramandare ai posteri e ovunque la sciabola finirà nei secoli futuri rappresenta una storia che meriterà d'essere raccontata. Devo complimentarmi e lo faccio a nome di tutti, per l'allestimento dei gazebo in piazza d'Armi a favore di tutti i convenuti. L'attenzione posta nel gestire l'accoglienza dei parenti dei giurandi per la prima volta è stata favorevolmente accolta da tutti. Ormai la cerimonia segue un cliché tradizionalmente collaudato con il solito groppo in gola quando sfila la bandiera del Corso, quando si canta il nostro Inno Nazionale e l'impegno dei giovani nell'urlare convinti quel "lo Giuro" che li consacra definitivamente alla causa della Marina Militare, riportando noi, nostalgici, a cinquant'anni addietro. Controllando a distanza abbiamo notato che la figura del fucile non era la solita a cui eravamo abituati. D'altronde avendo le compagnie di fronte a noi e a parecchi metri non riuscivamo a capire che caspita di arma fosse. Nonostante la distanza abbiamo visto che il calcio veniva tenuto sul palmo della mano parallelamente al corpo ed esso era relativamente più corto. Abbiamo atteso che le compagnie sfilassero davanti al nostro gazebo poi, con l'aiuto della tecnologia, siamo riusciti ad inquadrarla. Controllando su Google si è manifestato il mitico Fall, di cui tutti abbiamo sentito parlare, ma che nessuno aveva mai visto. Tornando indietro nel tempo tutti si sono ricordati del dolore provocato dal peso dell' Enfield sul braccio. Modernità e tecnologia al passo coi tempi.
Dopo le foto di rito con la consegna del nostro crest al premiato abbiamo lasciato Mariscuola per recarci a Crispiano. Ciro e Anna ci hanno prenotato un posto dove mangiare è un'arte.
La tavolata chiassosa e allegra ci ha permesso di saziarci e gustare piatti della cucina pugliese fino ad ora sconosciuti. I nostri gentili ospiti ci hanno offerto spumante e torta, cosa di cui saremo loro grati anche in futuro. Satolli e soddisfatti, lasciata la masseria, salutati Ciro e Anna, Paolo che raggiungeva nuovamente Gallipoli dove l'attendeva l'indisposta Tiziana, il gruppo si è sciolto. Come da tradizione una visita ad Alberobello per la solita scorta di olio, tarallucci e ciliegie da parte mia con Aldo, Mauro e Rino; una bella visita a Locorotondo e il rientro alla masseria. Finita la giornata ci siamo trattenuti a chiacchierare per prolungare questo incontro. Salutato il gruppo rimasto per un ulteriore giorno in terra di Puglia, ci siamo messi in auto per il viaggio di ritorno alle 09.00 del mattino di domenica dopo aver accompagnato Michele al circolo ufficiali e, come deciso la sera prima , accompagnare Aldo fino a Napoli. Bella pizzata offertaci da Aldo, breve passeggiata per la Napoli ormai cambiata dalle nostre vecchie visite e ripartenza per raggiungere la nostre case.
Considerazione. Trasferta troppo breve, un solo giorno di sosta e due giorni di viaggio fiaccano il fisico, ma nonostante questo nessuno ci avrebbe rinunciato anche sapendolo in anticipo.
La proposta di Ciro di prolungare almeno di un ulteriore giorno dovrà obbligatoriamente essere preso in considerazione. Appuntamento al prossimo anno.

Dario viso Dario Bilotti

Audio registrato dall'Ufficiale Superiore addetto dell'Ammiraglio, Com.te Pucci per Moreno

 

Sciabola particolare

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Giuramento 2018

Cinquantennale e Giuramento 2018

gruppo giuramento

Questo non è il solito racconto che può sembrare tedioso, ma una narrazione di semplici eventi che nel contesto in cui si sono svolti e per l'importanza che hanno avuto la fanno assurgere ad una esaltazione di quanto siamo stati in grado di fare dal nostro primo incontro di Ostia.
Premesso che i cinquantennali sono festeggiati da molti gruppi di colleghi nuovi e vecchi e di tante categorie, ma nessuno ha la stessa storia nostra. Grazie a Moreno e alla sua tenacia (che lui chiama rompicoglionità) siamo giunti alla fine del ciclo che ci eravamo proposti, ma questo non significa porre un termine a quanto di bello è stato fatto, quindi siamo pronti a ripartire verso il progetto futuro : Il sessantennale.
Sappiamo tutti che gli anni passano, che gli acciacchi bloccano ogni velleità o che la semplice voglia possa scemare, ma ritengo sia sbagliato non avere altri orizzonti da raggiungere. Ma ecco la cronaca.
L'incontro alla Masseria la sera di giovedì per la cena, l'alzabandiera con il nostro bandierone e il ritrovare fratelli che pensavamo fossero per sempre scomparsi è stato il suggello di quanto da tempo ci eravamo proposti. Si è capito che il ritorno di Mimmo, Rosario, Armando, Luigi, Sergio, Lucio, Aldo, Pippo, Ciro, Enrico e Roberto, alcune consorti e alcuni figlioli sono la testimonianza che i ricordi sono un collante. Chiaramente dispiaciuti per coloro che non hanno potuto partecipare, impediti da vari motivi, abbiamo avuto un pensiero pure per loro che sicuramente sono i primi a rammaricarsi. Il clou il venerdì. Ingresso a Mariscuola, visita alle aule, alcune rimaste nella preistoria (la nostra) e a quelle nuove con la tecnologia imperante, alla piscina, alla palazzina allievi dove Capo Moreno ha bonariamente preteso il ritorno del nostro cippo in bella vista all'ingresso e non al fondo dello stesso. ASCOLTATO. A volte basta chiedere.
Il pranzo ha suggellato la visita e il conseguente convivio con gli allievi ha riportato attuale il ricordo dei brevi dopopranzo vissuti. La mancata benedizione del Cappellano, ma soprattutto il mancato incontro con il Comandante ci ha lasciato un po' di amaro in bocca ma vorrei pensare che gli impegni del giuramento del giorno dopo e la visita del CSM della Marina gli abbiano impedito di dedicarci un solo minuto del suo prezioso tempo per salutarci.
Fortunatamente la visita al Castello Aragonese (gratuita) che ci ha proposto il caro amico Comandante Alfieri e che pubblicamente ringraziamo, l'ammaina Bandiera a cui abbiamo assistito con la banda in sottofondo e la cena con il nostro amato Ammiraglio Longhi ha coronato una bella giornata. La bozzata conseguente ci ha predisposto al festeggiamento del Giuramento che a breve ci avrebbe allietato.
Per la prima volta assistiamo al Giuramento Solenne in città, sulla rotonda del lungomare. Tutti gli allievi schierati, l'emozionatissimo Moreno in alta uniforme borghese , sentire il nome della premiata accompagnato dal donante e l'accenno al nostro cinquantennale ha indotto l'esplosione di battimani accompagnati da urla più o meno forti tali da far girare il capo ai molti Ammiragli di fianco al palco a noi riservato (chiediamo scusa alla popolazione per l'esaltazione della nostra indubbia importanza). La capocorso e la nostra premiata, due bellissime figliole, ci hanno deliziato con la loro presenza. Ad ambedue auguriamo un proficuo e appagante futuro. A coronamento della manifestazione il passaggio di due elicotteri che sono sfilati con le bandiere della M.M. e del Comune di Taranto e le salve del Castello e della Cavour in rada. Come sempre il grido "lo giuro" dopo la lettura della formula del giuramento mi ha prodotto una emozione tale da chiudermi la gola e scatenare un inizio di lacrima. Credevo fosse un' emozione del tutto personale, salvo poi scoprire che tanti hanno provato la stessa cosa. Rosario, Mimmo, Aldo, dopo la cerimonia sono partiti per tornare a casa. Dopo un pasto in una pucceria, a chiusura della giornata una visita su Nave Garibaldi tutt'altro che appassionante per Moreno, Bibi, Michele, Giancarlo, Lucio (Marchi), Sergio, Paolo Silvio, Pippo, Gianni e io; mentre Mauro, Rino, Lucio (Caruso) e relative consorti inseguivano il pullman dove Lucio aveva dimenticato il crest donatogli dalla premiata, chissà l'autista cosa avrà pensato su quei vecchietti che la rincorrevano (era donna). La cena in masseria con l'ammaina bandiera ha posto il termine ad un incontro mai così sentito. Il rivedere Luigi, Armando, Enrico Aldo e il Comandante Ciro e poi Lucio e Sergio e Pippo, finalmente tra noi, penso abbia provocato, ai più, una ulteriore felicità.
E allora avanti così. Cominciamo a pensare all'incontro del 2019.

Dario viso Dario Bilotti

 consegna sciabola

 ... e una bellissima "impressione" scritta da Rosario sul Cinquantennale

 

"Ho visto negli occhi di tutti noi la felicità di stare di nuovo insieme"

In questa stupenda e spontanea frase del fratello Bibi, al secolo Roberto Bertolotti, è sintetizzata la bella avventura del nostro Cinquantennale in quel di Taranto. Mezzo secolo! Cinquant’anni son passati dal giorno in cui varcammo per la prima volta quel cancello su cui c’era la scritta SCUOLE CEMM. Varcammo quel cancello che eravamo dei ragazzini che si affacciavano per la prima volta sulla finestra della vita: ci siamo ritornati da persone mature, investendo – come ha notato con sagacia Paolo – tempo e soldini; ci siamo tornati con gli acciacchi dell’età, ma con lo spirito di mezzo secolo fa e con le belle qualità morali acquisite in quei due duri anni di scuola militare, qualità che ci hanno accompagnato e che ci sono servite per il resto della nostra vita. Lasciammo le scuole che ne eravamo una settantina, ci siamo ritrovati nel cinquantennale in venti. Alcuni fratelli, Pietro, Giosuè, Antonio, Giovanni, Marcello, Francesco, Pier Carlo, li abbiamo persi per sempre; altri per varie ragioni ci hanno abbandonato dopo il raduno del 2004 di Ostia Antica; ma spero che quelli che ci siamo ritrovati nei giorni scorsi a Taranto – spronati dalla bella frase di Bibì – di continuare a crederci e guidati dall’incredibile volontà e tenacia dell’inossidabile Moreno, di rivederci ancora nei prossimi anni, fino a che le forze ce lo permetteranno. Ciao a tutti e Semper Fratres.

"Varcammo dei cancelli
Cinquant’anni orsono
Diventammo dei fratelli
Alcuni or non ci sono
Tornammo in età matura
Con lo spirito d’allora
Donammo una scultura
Per sognare ancora"


 mastriani Rosario Mastriani

knots luxury blu ridotto

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Giuramento 2017

Ancora una volta Dario ci racconta la trasferta per il giuramento

Foto Gruppo

Taranto Anno 2017 mese giugno giorno 17

Berello chiaraCome da tradizione ormai consolidata è arrivato il giorno della consegna della sciabola.
Ormai la macchina di Rino funziona come l'auto della serie televisiva "Supercar" ed essa ci porta a destinazione. Si ferma ad Avellino sud per un frugale pranzo dei passeggeri e con nonchalance dopo il beneaugurante ruttino ci consegna alle amorevoli cure di Giorgio alla masseria.
Serata piacevole in compagnia di Paolo, di Lucio e Graziella e dei loro due amici Paola e Olite con la loro nipotina Anita. Bimbetta di dodici anni simpatica, frizzante e educata.
Dopo il viaggio la tranquillità della serata ci ha giovato. La notte breve per Moreno, per Gianni e per me, alloggiati nella stessa stanza, ci ha permesso di godere del fresco mattutino pugliese. Mentre Mauro e Rino continuavano a segare legna noi ci siamo svegliati alle cinque come se dovessimo partecipare ad una battuta di pesca, cazzeggio fino alle sei, e pronti a ingurgitare l'abbondante colazione che ci viene messa a disposizione.
Per accordi presi durante il viaggio io mi defilo dal gruppo e mentre la massa si reca a Matera io mi incontro con compagni d'imbarco sul Veneto. Chi si ricorda dell 'Ete Carlo Casagrande, del Nocchiere Giovanni Salamina e dell'elettricista Francesco Di Roma? E' stata una bella sorpresa e addirittura Francesco mi ha consegnato una foto che mi scattò a Rio quando andammo al Cristo Redentore al Corcovado. Martina Franca e rientro a Taranto in compagnia di Giovanni che si è dimostrato un perfetto Cicerone. E gli altri? Contattati per telefono mi hanno dato l'appuntamento alla masseria dove sono giunti distrutti dalla fatica della giornata, ma l'idea di ritrovare Danilo (Loghi n.d.r.) e Roberto (Alfieri ) li ha ringalluzziti. Brutta sorpresa venire a conoscenza che Danilo non è potuto essere dei nostri per improvviso problema di trasporti aerei della figliola. Però ci ha fornito la sua presenza virtuale e questo ci ha rasserenato. Come sempre le sorprese non mancano, Mauro con l'aiuto grafico del suo figliolo ci ha donato uno splendido oggettino a ricordo dell'incontro, così come fece Lucio prima del Natale scorso. Il cameriere si è presentato con una rana pescatrice enorme chiedendoci se era di nostro gradimento, il sugo dei paccheri e la sua carne ci hanno convinto della risposta affermativa. Come sempre i discorsi si sono sviluppati attorno a quanto stiamo facendo e alle idee in cantiere per il cinquantennale dell'anno prossimo. Ci saranno belle novità che ci faranno continuare questo percorso ancora per un pò. La mattina di sabato, giorno del giuramento, si snoda con la solita frenesia istituzionale, ogni anno ci sono novità più o meno gradite. Sei tamburini, tra cui una ragazza che hanno malmenato la pelle d'asino del tamburo fino allo sfinimento. La ragazza ad un certo punto sembrava crollasse sotto il peso dello strumento, ma la caparbietà femminile glielo ha impedito. Mauro ha avuto la possibilità di scegliere tra rimanere in uno spazio angusto sul piazzale sotto il sole e non potersi muovere per l'intera cerimonia oppure attendere i filmati e/o le fotografie che il comandante Pucci ha promesso di inviargli. Non ha più il fisico, ha scelto la seconda opzione Contrariamente al solito abbiamo avuto il piacere di conoscere il nostro Capo di terza prima della consegna e un sorriso continuo ci ha favorevolmente impressionati. Stupore in noi quando lo speaker, anzi la speaker, annunciando la consegna della sciabola al nostro premiando ha comunicato il nome di Giovanni Battipaglia e non Paolo Zanardello, evidentemente hanno preso il foglio dello scorso anno. Paolo si è adattato e ha dovuto subire le nostre prese per i fondelli. Da quel momento lo abbiamo ribattezzato Giovanni. Il nostro premiato, Francesco Merello chiamato Ciccio dai compagni di corso, ci ha oltremodo ringraziati del pensiero e ci ha pregati di rendere partecipi tutti i membri del corso 68 del piacere che ha provato nel ricevere il premio e che si sente onorato di questo. Sarò romantico, ma mi è veramente parso sincero. Ad ogni buon conto l'ho avvertito di non far caso alla frase del mio libro quando parlo degli incursori, non vorrei trovarmelo in giardino travestito da fico d'India con un fucile in mano. Come sempre, non mi stancherò mai di confessarlo è sempre un bell'istante quando gli allievi giurano e persino l'amico di Lucio ha avuto in groppetto in gola e una anomala umidificazione ottica. Poi è iniziato il defilamento. Questa volta Mammà non ha chiesto di essere salutata, ma ha chiesto : Federì hai viste Giuan? no? è chille, o terz, GIUAN,GIUAN, quant si bello a Mammà.
Foto alla fine della cerimonia con "Ciccio" che ha continuato a ringraziarci.Merello Zanardello
Letteralmente buttati fuori da Mariscuola, anche se in maniera educata, e mentre Rino andava a recuperare gli occhiali dimenticati al ristorante la sera prima ( mi raccomando non ditelo a Maria Grazia), siamo rientrati alla masseria dopo esserci fermati a Pulsano a mangiucchiare qualcosina. Gelati, pout pourrì di panini, birre, pizzette, frutta etc. etc. E poi? acquisti di prodotti locali. Cercato e trovato un oleificio ( giro della Puglia per poi accorgerci che oltre quello di fianco alla masseria ce n'era uno a 5 chilometri. Dalla quantità acquistata ci siamo chiesti se la macchina ci avrebbe permesso di tornare a casa. Praticamente un passeggero in più tra patate, olio, vino, friselle, sacchetti vari di non so cosa, taralli e cibarie varie. E la sera? chiesto e ottenuto da Paolo una bella porzione di agnello cotto a puntino, così giusto per calmare l'ira del nome sbagliato. Per una volta poteva diventare famoso...
Il sonno ristoratore ci ha colto, sarà l'età ma due giorni impegnativi stancano.
Giunta la domenica mattina riprendiamo la strada per casa. Lucio rimane ancora un paio di giorni, Paolo si avvia e noi di seguito. Un viaggio in salita impegnativo per la vettura, con cambio di autisti (Rino e Mauro) soste idrauliche e caffè, pranzo al solito autogrill (questa volta non è stato perso nessun telefonino) e arrivo in terra toscana nei tempi previsti.
Splendidi giorni trascorsi in allegria e progetti ipotetici, risate e considerazioni serie sulle possibilità future, insomma niente di più appagante.
Al prossimo giro nell'anno che verrà, sperando che per questo traguardo la condivisione sia più ampia e che si possa, anche questa volta per primi, progettare il Sessantesimo con qualcosa di dirompente.

Dario viso

 

 Dario Bilotti

 

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Giuramento 2016

Quest'anno l'impegno di raccontare l'avventura della trasferta tarantina è toccata a Dario

Ecco di seguito il racconto

blue double

Sul Cavour

Pagano DarioParto alle 02,20 da casa per un rendez-vous all'uscita di Versilia alle ore 06,30. I Pink Floyd mi tengono compagnia fino a Genova. Sul display dopo le prime gallerie appare la scritta che c'è l'uscita obbligatoria a Genova Aeroporto. E infatti prendo quell'uscita dopo aver letto che per Livorno occorre rientrare in autostrada a Genova Ovest. Giunto davanti al terminal ( non l'avevo mai visto) seguo le indicazioni per Genova Ovest- Livorno, ma, sorpresa, l'uscita che debbo prendere è chiusa. Ormai debbo obbligatoriamente prendere l'unica via aperta per poi uscire a Pegli. Bellissimo giro turistico della cittadina, di notte, cominciando a smoccolare per l'imprevisto. Rientro in autostrada rifaccio il giro e penso: “ vuoi vedere che mi sono sbagliato e non ho visto l'ingresso giusto?” Rifaccio l'ennesimo giro e mi ritrovo di nuovo a Genova Aeroporto. Quant'è bello. Ritorno sull'Autostrada e questa volta mi dirigo verso Ventimiglia. Esco a Arenzano sperando di trovare qualcuno al casello. Alta tecnologia, neanche un essere umano. Poi quando ho terminato di dire la prima parte del rosario vedo un casellante che assonnato esce dal cesso. Gli domando qual'è la strada per Livorno e mi dice:" deve prendere l'uscita per Genova Ovest , io abito a Pegli e la faccio tutti i giorni". Ribatto " l'uscita è chiusa" e lui "si, lo so , la riaprono alle 06,00". Mi scappa un " complimenti per la splendida gestione del tratto, so che non è colpa sua, ma come minimo un “Vaffanculo” è d'obbligo.  Annuisce sorridendo e mi invita a tornare indietro che nel frattempo è stata riaperta.
Finisco il rosario ripetendo qualche salmo e penso tra me e me “cominciamo bene”.
Con il nuovo telefonino acquistato da pochi giorni ( su invito di Mauro) pianto tanto di quel casino che sveglio alle 6 di mattina quasi tutti i contatti in rubrica. Mentre armeggio sul visore l'infernale aggeggio squilla ( per inciso la musica è la Ritirata).
Comunque dall'arrivo in Versilia con tre quarti d'ora in anticipo prefissato giungo con tre quarti d'ora in ritardo. Giovanni CavourAll'uscita dal casello Gianni e Moreno mi stanno aspettando per scortarmi a casa del Capo. Il tempo di caricare sulla mia turbinosa vestiario e cose varie che ci mettiamo per strada. Già all'arrivo Gianni ha guardato la mia vettura con occhi sospetti e quando eravamo ormai giunti a Pisa ha fortemente voluto tornare indietro per cambiare macchina con la sua non sentendosi tranquillo. Piuttosto di avere un compagno di viaggio in apprensione lo abbiamo accontentato.
Il viaggio s'è svolto serenamente e siamo giunti in quel di Lizzano con un po' di ritardo, trovandoci colà Silvana e Giancarlo, mentre Maria Grazia, Manuela, Graziella con i rispettivi consorti stavano visitando Matera con un acquazzone pronto a fornire acqua ai visitatori. Giunti anch'essi al B&B abbiamo atteso l'arrivo di Paolo e Michele. Cena parca e poi a nanna.
Notte di sonno profondo e l'indomani mattina partenza per Mariscuola.
Come sempre arriviamo quando il piazzale trabocca di gente. Sparsi come non mai attendiamo l'inizio della cerimonia che ci impegna, a nome degli EM68 tutti, a compiere l'ennesima donazione per rinfrescare una bella e condivisa amicizia.
Il donante, Gianni, ha svolto il suo compitino con precisione e ormai il gesto del dono rappresenta un semplice cerimonia contornata però da una cornice di uniformi bianche che rendono splendidamente luminosa la giornata. Usciti dal comprensorio della Scuola siamo stati salutati militarmente dal Corpo di Guardia, quasi a dimostrare che ormai siamo un'istituzione. Il tempo di tornare al B&B per cambiarci, consumare lungo la strada uno spuntino e arrivare alla nuova base per visitare il Cavour. Accolti come sempre con simpatia e rispetto, siamo stati invitati in sala briefing dove con slides accompagnate da descrizioni da un T.V. e dal saluto del Comandante ci hanno messi a nostro agio. La susseguente visita in vari punti della nave ci ha fatto passare il tempo in una maniera stramaledettamente veloce.
Il tempo di uscire dalla base e ci siamo recati al rendez vous con i Comandanti Longhi e Alfieri al bar predestinato. Splendidi momenti di discussioni serie e istanti goliardici. Possiamo affermare che conoscere due persone così non fa che renderci ancora più legati. Danilo (Longhi n.d.r.) si è reso interessato ad un incontro in Piemonte nel periodo di tartufi. Chissà. E chissà che Roberto (Alfieri n.d.r.) non si unisca alla comitiva. Poi, con la solita capacità di complicarci la vita, non avvertiamo il B&B del nostro desiderio di cenare e consumiamo qualcosa a Pulsano, Mangiamo male quasi tutti, in compenso però, abbiamo occasione di scambiare giusto due parole con Capo Latorre che cenava nel nostro stesso luogo. Ho subito notato che l'ictus che l'ha colpito, purtroppo, ha lasciato in lui dei segni che in cuor nostro speriamo si risolvano nel più breve tempo possibile. Poi, come se avessimo scalato un monte, ci siamo fondati a Lizzano per andare a dormire rimandando all'indomani i saluti e gli abbracci del momentaneo commiato.
Contrariamente al solito, un po' d'invidia l'ho provata pensando che i fratelli rimasti prolungano la vacanza. Tutti però ci siamo ritrovati al mattino per abbracciarci e quindi anche coloro che normalmente amano il sonno si sono alzati per salutarci e augurarci un buon viaggio di ritorno.
Sulla strada del ritorno, Moreno e Gianni hanno chiacchierato per tutto il viaggio. Personalmente ho partecipato ai dialoghi quando inevitabilmente si parlava del gruppo mentre bozzavo a più riprese. Effettivamente il viaggio stanca molto, anche senza guidare, ma ciò che ha tenuto alto il mio morale è che nonostante gli impegni il nocciolo duro trova sempre uno spazio per dedicarsi ai Frà. Abbiamo iniziato un abbozzo di progetto per il cinquantennale, al quale ci dedicheremo intensamente prossimamente. Contiamo di invogliare i desaparecidos nell'ottica della voglia di riunirsi e io ho addirittura proposto che, se gli EM68 non sono in un numero cospicuo, nulla ci vieta di interessare altre categorie per dimostrare una volta di più che una piccola parte della nostra gioventù non è stata sprecata e che molto dobbiamo a quei pochi anni vissuti intensamente. A tutti vada il mio abbraccio, ai presenti che considero forse più che fratelli, alle compagne che seguono i propri uomini quasi a compenetrarsi con essi e a coloro che per impegni veri o presunti non erano con noi.
Viva gli EM68.

Dario viso

 

 Dario Bilotti

 

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