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La gamella

Sezione dedicata alla raccolta di documenti, del periodo che ci ha visto coinvolti a vario titolo nella Marina Militare.

Vi trovate qualche nostro tesserino di bordo, FOM di promozione, e...anche punizioni scritte.

Il tutto arricchito da foto delle nostre navi con le rispettive caratteristiche tecniche.

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La Rosa dei Venti

Se mai qualcuno si fosse chiesto come mai il Grecale (che deriva da Grecia) sia un vento che proviene da nord est, qui trova la risposta.

rosa dei venti

La Rosa dei Venti ha origine greche e per gli antichi era situata come origine sull'isola di Zante. La prospettiva e la relativa origine dei nomi oggi utilizzati non è dunque quella nostra ma quella di un abitante di Zante come illustra la foto.
Oltre a Grecale (presto spiegato) troviamo ..
Tramontana: vento del nord, (Intra montes, tra i monti) e indica appunto il vento "freddo" che scende dai Balcani.
Scirocco: Provenienza sud est, dalla Siria, da cui ne deriva il nome.
Libeccio: Provenienza sud ovest, dall'arabo "Lebeg", portatore di pioggia.
Mezzogiorno o Ostro: viene da sud. Nel caso di Ostro identifica la provenienza dall'emisfero australe.
Maestrale: spira da Nordovest. Varie possibilità di etimologia, o perché spira direttamente su Roma ( Magistra mundi), o anche Venezia ( la via maestra dal porto di origine ), oppure perché è il "principale di tutte le correnti, il maestro della navigazione"
Levante e Ponente li lascio alla vostra immaginazione.
Nell'antichità però, i nomi dati ai venti e le relative spiegazioni erano differenti. Nella mitologia greca Eolo, Dio dei venti, era figlio di Poseidone ed Arne e ricevette da Zeus il compito di controllare i venti. Eolo li dirigeva e li liberava o li chiudeva dentro le caverne e dentro un'otre a Lipari, una delle isole Eolie, il piccolo arcipelago a nord-est della Sicilia, in cui aveva la sua splendida reggia, e da lui l'arcipelago prendeva il nome.
I venti, rei di aver provocato il distaccamento della Sicilia del continente, delle varie bufere e tempeste sul mare, dovevano essere costantemente controllati dalla divinità.
I Venti Principali erano considerati 5 fratelli:
Austro, vento del sud, caldissimo e umido, portatore di pioggia, raffigurato sempre bagnato.
Borea, il più violento, vento del nord molto freddo, che per amore delle cavalle di Dardano si trasformò in cavallo e generò dodici puledri veloci come il vento. Era considerato come il soffio stesso di Zeus, è un vento impetuoso che spira dal nord con grande forza, particolarmente venerato dagli Ateniesi, convinti che avesse provveduto, con un tremendo uragano, a sgominare la flotta di Serse, il re persiano che minacciava la Grecia con una colossale spedizione.
Euro, vento dell'est, a volte tempestoso e a volte asciutto che portava bel tempo, e che i Romani chiamavano Vulturno.
Zefiro, vento dell'ovest, dolce e benefico, che aveva generato Xanto e Balio, ossia i due cavalli di Achille, chiamato dai Romani Favonio, è particolarmente gradito perché annuncia la primavera e la bella stagione, favorendo la germinazione delle sementi e la ripresa della natura dal sonno invernale.
Noto, l'umido vento del sud, porta le piogge e rende difficoltosa la navigazione in certi periodi dell'anno.
Poi c'erano i venti minori, anch'essi tenuti in giusta considerazione, poiché avevano il potere di provocare effetti diversi. Rappresentati in forma umana, con le ali e con le guance vistosamente gonfie nell'emettere un soffio potente:
Libeccio, vento del sud-ovest avvolto dalla nebbia e carico di pioggia;
Cecia, vento del nord-est, vecchio con coda di serpente e un piatto di olive in mano;
Apeliotes, vento del sud-est nelle mani del quale c'erano frutti maturi;
Schirone, vento del nord-ovest con un'urna piena d'acqua pronta ad essere rovesciata sulla terra.
In genere i venti erano considerati otto perchè tanti ne vennero raffigurati nell'edificio costruito ad Atene nel I sec. a.c., la cosiddetta Torre dei Venti. Queste creature semidivine tenute in gran conto e onorate dalla gente di mare, per la quale erano di vitale importanza.
Eolo ebbe dodici figli, sei femmine e sei maschi che si unirono tra loro creando altri venti.
Quando Ulisse, reduce dalla guerra di Troia, approdò alle isole Eolie, Eolo lo ospitò e gli regalò un otre di pelle dentro cui erano rinchiusi i venti contrari alla navigazione. Durante il viaggio Ulisse fece soffiare solo Zefiro ma mentre dormiva, i suoi compagni, credendo ci fossero tesori, aprirono l'otre liberando i venti che scatenarono una terribile tempesta.
Per l'Impero Romano invece si tenevano in considerazione altri nomi ed origini.
Dall'oriente soffia l'Euro, da occidente lo Zefiro, da settentrione la Borea o Aquilo, dal sud l'Austero.
Non tutti i venti erano favorevoli all'uomo, come ad esempio quelli derivati da Tifone, mostro capace con il soffio infuocato di portare scompiglio e distruzione. I più importanti, che bisognava conoscere per garantirsi una buona navigazione, si diceva fossero i figli di Astreo (il Cielo stellato) e di Eos (l'Aurora) che erano quattro: Borea dal nord, Noto dal sud, Zefiro da ovest ed Euro da sud-est.
Favorino, filosofo e oratore greco antico, illustrò un sistema ad otto venti:
l'Euro spira da Oriente in primavera
l'Aquilone spira da Oriente in estate
il Volturno o Euronoto spira da Oriente in inverno
il Cauro spira da Occidente in estate
il Favonio o Zefiro da Occidente in primavera
l'Africo da Occidente in inverno
l'Austro o Noto spira da Sud e porta umidità - I Marsi, nel mito discendenti da Circe, erano abili nel domare i serpenti e nel preparare pozioni miracolose. Un antico popolo africano, gli Psylli, curava le stesse arti. Erodoto racconta che si ribellarono al vento Austro, responsabile della siccità del loro paese e che furono dal vento distrutti o dispersi.
Borea è il Settentrionale e spira da nord
PRECISAZIONE: parlo di Zante come origine della rosa dei venti mentre potrebbe essere Malta... poiché al tempo dell'impero Romano, il centro del Mediterraneo era considerata Malta ma precedentemente lo era Zante per i Greci. La prima immagine grafica della rosa dei venti però è del 1375 ed è diventata famosa e ha iniziato a diffondersi negli anni delle Repubbliche marinare quando il simbolo dei venti era posizionato al centro del mar Mediterraneo e più precisamente sull’isola greca di Zante. Un indizio ulteriore può essere il fatto che lo Scirocco è un vento di sud est e prende il nome dalla Siria che si trova appunto a sud est di Zante ma non di Malta, rispetto a cui rimane ad est.
 
Grazie all'amico Giovanni Angelone per lo spunto e i dati forniti.
 
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I migliori anni della nostra vita

Dall'amico Nunzio Giancarlo Bianco ciò che ci rappresenta ancora oggi

Come eravamo

"I MIGLIORI ANNI DELLA NOSTRA VITA"

Avevamo una tasca colma di sogni come granelli di sabbia, ma quella forza di superare tutti gli ostacoli, il dolore della lontananza era lo stimolo per andare avanti comunque. S’era un gruppo che la sera ci riunivamo dopo una giornata estenuante, la giovanissima età ci faceva superare le fatiche del quotidiano. Non sapevamo perfettamente cosa ci aspettasse in futuro, ma di una cosa eravamo certi, il mare sarebbe stato il nostro compagno di vita. Con una birra in mano e qualche patatina ridevamo di buon gusto, in quei momenti dimenticavamo dove eravamo, ci sentivamo come a casa quando si conversava. Il cuore forte, il giovane corpo erano nel fiore degli anni migliori, avevamo quella forza di spaccare il mondo, eravamo un tutt’uno anche nella sofferenza. Quando poi in branda ognuno di noi si lasciava prendere dalla malinconia, osservavamo sempre il tetto del camerone, come per incanto viaggiamo con i pensieri. Nei primi tempi ci addormentavamo sempre come un rivolo di pianto, il pensiero degli affetti lontani prendevano sempre il sopravento. Quella parete bianca del camerone si animava, ci sentivamo trasportati verso casa, il caldo giaciglio familiare lo sentivamo ogni giorno allontanarsi sempre più.ì Quando la mattina suonava la sveglia generale dimenticavamo il tutto, indossare le nostre uniformi aveva quel potere di catapultarti nel presente. I pensieri, i ricordi facevano spazio alle varie attività che ci attendevano ogni mattina, colazione, marcia, studio erano un continuo susseguirsi di azioni cadenzate minuto per minuto. Si eravamo un gruppo felice nonostante tutto, sapevamo che quei sacrifici ci avrebbero condotto nella professione più bella del mondo, ci avrebbe portato ovunque. Come in una canzone “erano i migliori anni della nostra vita”, inconsapevoli del tutto eravamo comunque una compagine determinata, eravamo piccoli uomini….

Nunzio Giancarlo Bianco

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